Giordano Bruno, un meridionale a difesa del libero pensiero

Il 17 febbraio del 1600, a Campo dei Fiori a Roma, venne arso vivo Giordano Bruno, condannato al rogo dall’Inquisizione per eresia. Era meridionale, Giordano Bruno, il cui nome di battesimo era Filippo. Nato a Nola entrò in convento a Napoli ove gli fu imposto il nome di Giordano. “Avete più paura voi a pronunciare la sentenza che io nell’ascoltarla”, queste le parole pronunciate dal filosofo al momento della lettura della sentenza. Ma cosa spaventava così tanto di Giordano Bruno? Cosa aveva determinato la sua condanna? Oggi, a 421 anni, da quel giorno, possiamo dire ad alta voce che il filosofo campano è un martire del libero pensiero e della libera espressione del pensiero, quella che gli fu negata sul rogo perché a Giordano fu inchiodata la lingua. “L’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo”, dirà, e ancora “verrà un giorno che l’uomo si sveglierà dall’oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo”. La riflessione di Bruno, collocata nell’ambito del pensiero magico-rinascimentale si colloca a pieno titolo nell’ansia e nel desiderio di rinnovamento sociale e culturale, di apertura del pensiero verso nuovi orizzonti liberi dai vincoli della tradizione. Bruno in opere come la Cena delle Ceneri o De la causa, principio e uno. Dialogo quinto, espone compiutamente la sua nuova cosmologia, che trae spunto da quella di Copernico ampliandola e completandola con una visione dell’universo come infinito, “infinita la causa, infiniti gli effetti” scrive, una causa che non trascende gli effetti ma li permea, secondo una visione panteistica che accomuna il filosofo campano a Spinoza e che provocò anche a quest’ultimo problemi con la comunità religiosa. Tuttavia, sono convinto che non siano stati i contenuti a spaventare l’Inquisizione e la Santa Chiesa, quando piuttosto l’eroica volontà con la quale Giordano Bruno non ha voluto rinunciare alla libertà di pensiero anche a costo della vita. Mi piace concludere con un messaggio a mio avviso profetico e valido anche ai nostri giorni: “se questa scienza – scrive – che grandi vantaggi porterà all’uomo, non servirà all’uomo per comprendere sé stesso, finirà per rigirarsi contro l’uomo”. Se al progresso scientifico non si accompagnerò un progresso dell’uomo in termini di umanità non si potrà parlare di vera crescita per tutti.