Jung e la teoria degli archetipi

Jung individua una zona della psiche che chiama inconscio collettivo. Oltre all’inconscio e alla coscienza personale, infatti, per Jung esiste una zona della psiche chiamata appunto inconscio collettivo. Ma di cosa si tratta? Qui Jung introduce la nozione di archetipi. “Gli istinti – scrive – formano delle analogie molto vicine agli archetipi. Così vicine che c’è motivo di supporre che gli archetipi siano le immagini inconsce degli istinti stessi. In altre parole essi sono schemi di comportamento istintivo”. L’inconscio collettivo è ereditario ed è identico in tutti gli uomini e costituisce un sostrato psichico comune di natura superpersonale che è presente in ciascuno di noi. Tra gli archetipi ricordiamo il Fanciullo Divino, il Sé, il Vecchio Saggio, la Persona, la Grande Madre, l’Ombra, l’Eroe, il Briccone Divino, Animus e Anima, il Viaggio. Archetipo deriva dal greco archè – governo, principio e tupos – primitivo, originario. Gli archetipi sono dei principi primitivi che vanno al di là delle culture, dei simboli, sono delle forme senza contenuto, delle possibilità dell’inconscio e delle realtà in bilico tra corpo e spirito. Gli archetipi aiutano l’uomo nel processo di individuazione della coscienza