La primavera che viene

Un libro dedicato a Rosa Luxemburg

Giovanni Di Benedetto insegna filosofia e storia nei licei. Da più di trent’anni è impegnato nei movimenti di lotta per la giustizia sociale, la pace e la tutela dell’ambiente. Ha già pubblicato i volumi “Il naufragio e la notte. La questione migrante tra accoglienza, indifferenza ed ostilità” (Milano 2007), “L’ecologia della mente nell’Etica di Spinoza” (Milano-Udine 2009) e “Un’arte che si impara. Educazione e politica nell’Emilio di Rousseau” (Palermo 2014). È coautore del libro “Luoghi d’artificio. Narrazioni della metropoli al tempo della crisi” (Palermo 2011). Suoi saggi e articoli sono comparsi su riviste e periodici italiani e stranieri.

IL LIBRO
Polacca ed ebrea, Rosa Luxemburg è stata un condensato di differenze scandaloso ed esplosivo. Donna agitatrice e rivoluzionaria, socialista, eretica e perseguitata. La sua biografia e il suo pensiero non cessano di parlare al tempo presente: sono occasione di maturazione dell’attivismo politico e, al contempo, di approfondimento delle grandi questioni della contemporaneità. Dalla crisi del capitalismo alla catastrofe ambientale, dalla colonizzazione senza limiti dell’intero orbe terraqueo alla mercificazione dell’immaginario sociale, dalla distruttività del militarismo all’oppressione e allo sfruttamento dei lavoratori e degli ultimi della Terra. Questo vale, in primo luogo, per L’accumulazione del capitale, i cui contenuti, con la loro inestimabile attualità, seguitano a mostrare una notevole risonanza ancora oggi. Ma l’assunto senza dubbio vero anche per la sua ardente fiducia nella lotta emancipatrice dal basso dei movimenti anti-sistemici, capaci di prefigurare un’organizzazione dell’ordine economico e sociale alternativa a quella dominante.
Le questioni impellenti dettate dalla globalizzazione e le possibili soluzioni sulla scia della critica marxiana impegnano da tempo Giovanni Di Benedetto, che in passato ha indagato l’Etica di Spinoza e l’Emilio di Rousseau. Nel suo ultimo lavoro egli si misura con l’esperienza teorica, concreta, esistenziale di una grande donna il cui nome è probabilmente noto più della sua opera e, fra l’altro, in cerchie ristrette. Il libro scritto dallo studioso durante la pandemia è senza dubbio un ampio e fondamentale contributo alla sua conoscenza e si distingue nella bibliografia delle analisi e interpretazioni dedicate all’opera della rivoluzionaria polacca non solo in quanto esito di una ricerca accurata ma anche per il suo carattere di guida chiara e completa al percorso tracciato da una personalità – «un condensato di differenze scandaloso e esplosivo», la definisce – che lo ha folgorato. E tra i molteplici tratti di Rosa Luxemburg egli individua quelli che sono decisamente salienti: ebrea e polacca prima in Russia e poi in Germania; «portatrice di una differenza femminile percepita come minacciosamente inquietante» nella sfera pubblica perché dominata da figure maschili ma anche perché, aggiungo, vi si imponeva come donna libera; acuta « critica dell’economia politica e teorica della politica, brillante insegnante per la scuola di partito e dirigente autorevole del Partito socialdemocratico tedesco, di quello polacco e della II Internazionale, compagna generosa e martire assassinata nei tragici giorni della rivoluzione tedesca» a Berlino il 15 gennaio 1919 insieme a Karl Liebknecht. 

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