L’utopia tecnologica di Francesco Bacone… verso la realtà?

Quando Francesco Bacone (Sir Francis Bacon, dapprima latinizzato in Franciscus Baco(nus) e poi italianizzato in Francesco Bacone), filosofo inglese vissuto tra la seconda metà del ‘500 e la prima metà del ‘600, scrisse la Nuova Atlantide, opera utopistica nella quale immaginava una società  felice, basata sulla ragione e sulla scienza, nella quale il sapere era finalizzato all’utilità sociale e la scienza era finalizzata alle applicazioni tecnologiche, non immaginava certamente che nel 2018 un ricercatore cinese avrebbe sostenuto di aver creato i primi bambini geneticamente modificati al mondo: due gemelline, il cui Dna sarebbe stato alterato attraverso un nuovo potente strumento in grado di ‘riscrivere’ la base della vita, cioè il nostro codice genetico. Già, ne ha fatto di strada la scienza nel corso dei secoli, per certi versi stravolgendo i rapporti di forza con la natura, almeno apparentemente, visto che le conseguenze dello sconvolgimento degli equilibri naturali restano per gli uomini una pericolosissima incognita. Nel racconto, Bacone narra di un viaggio dal Perù verso il Giappone, durante il quale la nave si perde nell’oceano finché, dopo mesi di navigazione, approda ad un’isola non segnata sulle carte. Come consuetudine delle utopie, anche Bacone sceglie di presentare la società di cui parla come se esistesse, narrando di un  un viaggio dal Perù verso il Giappone, durante il quale la nave si perde nell’oceano finché, dopo mesi di navigazione, approda ad un’isola non segnata sulle carte. L’isola di Bensalem, o la Nuova Atlantide, è abitata da un popolo molto sviluppato per conoscenze scientifiche e tecnologia.  La Nuova Atlantide, chiusa nel suo isolamento, fu riorganizzata dal punto di vista sociale, da un re, Solamone, che la mise in condizioni di bastare a se stessa mediante l’organizzazione della ricerca scientifica e lo sviluppo della tecnologia per provvedere a tutte le necessità. A tal fine fondò la Casa di Salomone, dal nome del saggio re ebraico, che è rimasta da allora come il cuore della ricerca e dell’organizzazione sociale. La descrizione della Casa di Salomone occupa la parte più ampia dell’opera. Bacone descrive i molti laboratori di ricerca e le futuristiche scoperte degli scienziati dell’isola, finalizzate al progresso materiale dei cittadini e al controllo della natura per il miglioramento della qualità della vita. Ma ecco alcuni passi dell’opera:

Fine della nostra istituzione è la conoscenza delle cause e dei segreti movimenti delle cose per allargare i confini del potere umano verso la realizzazione di ogni possibile obiettivo

Disponiamo anche di alcune stanze che chiamiamo camere di salute dove condizioniamo l’aria per renderla salubre e adatta alla cura di varie malattie e alla conservazione della salute. […]”

Conosciamo anche dei sistemi per far nascere, mediante combinazioni di terreni, varie piante senza semi, per produrre nuove specie di piante diverse dalle comuni e infine per trasformare una pianta in un’altra”.

Imitiamo il volo degli uccelli e riusciamo entro certi limiti a librarci nell’aria. Abbiamo navi e imbarcazioni per navigare sott’acqua e per resistere alle tempeste marine, e cinture di sicurezza e congegni per reggersi a galla. Possediamo diversi strani orologi, strumenti che si muovono in modo ricorrente, e altri capaci di moto perpetuo. […]

Abbiamo infine le “Case per gli inganni dei sensi” ove compiamo ogni specie di giochi di prestigio, di false apparizioni, di illusioni, di imposture con i relativi inganni. Potrai certo capire facilmente come noi, che possediamo tante cose che, pur essendo perfettamente naturali, generano stupore, potremmo in molti casi particolari ingannare i sensi, se volessimo mascherare queste cose e farle apparire miracolose”.

Questi solo alcuni passi dell’opera e non è difficile comprendere il carattere avveniristico di queste affermazioni e quanto di queste oggi sia realtà, dai climatizzatori d’aria, agli OGM, dagli aerei ai sommergibili, per finire alla realtà virtuale, un vero e proprio “inganno dei sensi” per dirla alla Bacone. Possiamo dire che oggi quella Casa di Salomone è divenuta realtà? Probabilmente che la scienza e la tecnica abbiano ormai concretizzato il motto baconiano “sapere è potere” è un dato di fatto, ma quanto questo ha permesso di rendere felice tutto il genere umano? Quanto l’aver voluto dominare la natura ed esserci riusciti non rischia oggi di diventare un pericoloso boomerang per l’umanità? La Nuova Atlantide, così chiamata da Bacone per distinguerla dall’Atlantide di cui aveva parlato Platone, non sta viaggiando inesorabilmente verso la stessa sorte? Sono questi, a mio parere, degli spunti interessanti e attuali che la lettura di un’opera scritta circa 500 anni fa, , e rimasta incompiuta, può offrire al lettore contemporaneo.

Cosimo Lamanna