Vico e le tre età dello sviluppo storico

Nel pensiero di Giambattista Vico, nato a Napoli nel 1668, è molto importante l’indagine storica. Vico parte da un presupposto: dato che la storia è fatta dall’uomo, lo sviluppo delle civiltà deve seguire lo stesso modello dello sviluppo dell’individuo e pertanto, come l’individuo passa successivamente attraverso tre età (infanzia, adolescenza e maturità) così ogni popolo attraversa tre successive età di sviluppo storico: l’età degli dei, quella degli eroi e quella degli uomini, che si differenziano tra loro anche per le forme di espressione e per le modalità di sapere. Le prime due, infatti, non si basano sulla filosofia e sulla scienza, ma sulla poesia e sul mito, in quanto in esse predomina la fantasia e non la ragione. La poesia contribuisce a creare una complessa e completa visione del mondo, per cui Vico è portato a parlare di una vera e propria metafisica e logica poetica. Se pensiamo ai miti, infatti, non possiamo considerarli delle semplici favolette, ma di rappresentazioni fantastiche attraverso le quali gli antichi cercavano di classificare le cose, ordinando e spiegando il mondo. Vico definisce “universali fantastici” le immagini poetiche e mitologiche che, dal punto di vista dello storico, consentono di ricostruire le civiltà antiche anche nel modo di pensare, di considerare la realtà, di conoscere il mondo per agire in esso. La poesia, i miti, l’arte in generale sono espressione di una visione del mondo. “I primi furono divini, che i greci direbbero teocratici, ne’ quali gli uomini credettero ogni cosa comandare gli dèi; che fu l’età degli oracoli, che sono la più antica delle cose che si leggono sulla storia” – scrive Vico nella Scienza nuova – “I secondi furono governi eroici ovvero aristocratici, ch’è tanto dire quanto governi d’ottimati, in significazion di fortissimi … I terzi sono governi umani, ne’ quali, per l’ugualità di essa intelligente natura …”. In questa chiave Vico propone la “discoverta del vero Omero”, interpretando i noti poemi come l’espressione corale della visione del mondo del popolo greco in epoche successive, e non come l’opera di un singolo autore. Le tre età della storia, quindi, sono contraddistinte da differenti religioni, differenti linguaggi, visioni del mondo diverse. Vico ripercorre le tre età il cui sviluppo, dal punto di vista politico, si conclude o con la democrazia o con la monarchia costituzionale. Ogni popolo segue uno sviluppo triadico che nella sua maturità è segnato dalla preminenza della ragione, dell’uguaglianza sociale ecc. Inizia poi una fase di decadenza per riprendere il ciclo dell’infanzia dopo aver attraversato un periodo di corruzione come è avvenuto per l’Occidente dopo la caduta dell’Impero romano.